Il Trattato di Dublino: ecco contro cosa sbraitare
giugno 27, 2019
Se non ci fossero state le navi delle ONG, il nostro MINISTRO avrebbe dovuto crearle o comprarle: da mesi ormai, senza costi e quasi senza sforzi, queste navi gli permettono di essere sempre sulle prime pagine dei giornali.
In queste ore, la stampa, i giornalisti, le tv, i talk show e soprattutto i social impazzano per i 42 poveretti della Sea Watch 3. La gente ne discute e la maggior parte delle tesi, tolte quelle razziste del tipo “facciamoli annegare tutti”, verte sul fatto che gli altri paesi se ne fregano e non accolgono nessun immigrato, mentre l’Europa continua a tacere. “Una vergogna che nessun paese voglia accogliere 42 migranti, solo noi lo facciamo” è il ritornello anche dei benpensanti e dei cosiddetti “amici dei migranti”. Il dubbio si insinua di fronte al silenzio europeo e, sotto sotto, anche gli anti-Salvini cominciano a cedere a queste ragioni.
Per questo ci vuole coraggio a dire “brava” al capitano della Sea Watch 3; e, infatti, pochi lo fanno. Ma facciamo un passo indietro: perché l’Europa tace? L’Europa tace perché non ha competenza né autorità: il famoso Trattato di Dublino è stato negoziato e firmato dagli stati membri (Italia compresa).
Perché gli altri stati tacciono? Perché il Trattato prevede che il primo paese che riceve i migranti sia competente per l’esame della domanda di asilo. I contenuti del Trattato sono così riassunti da Wikipedia:
Il regolamento di Dublino II determina lo Stato membro dell’Unione europea competente a esaminare una domanda di asilo o riconoscimento dello status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra (art. 51). Esso rappresenta la pietra angolare del sistema di Dublino, costituito dal regolamento Dublino II e dal regolamento EURODAC, che istituisce una banca dati a livello europeo delle impronte digitali per chi intende presentare richiesta di asilo e per chi entra irregolarmente nel territorio dell’Unione Europea. Il regolamento di Dublino mira a “determinare con rapidità lo Stato membro competente [per una domanda di asilo]” e prevede il trasferimento di un richiedente asilo in tale Stato membro. Lo Stato membro competente all’esame della domanda d’asilo sarà lo Stato in cui il richiedente asilo ha fatto il proprio ingresso nell’Unione europea
Il Trattato fu approvato nel 2003 e firmato dall’allora governo Berlusconi – Lega), ridiscusso e rifirmato nel 2008 (sempre da Berlusconi con la Lega) e definitivamente concluso con il trattato Dublino III (che legifera l’inserimento delle impronte digitali) approvato e firmato dal governo Letta nel 2013.
Ecco cosa permette agli altri paesi di stare zitti come pesci. Per questo Salvini farebbe meglio a sbraitare contro il Trattato di Dublino, anziché farlo contro la Sea Watch 3 e il suo capitano. Un governo serio, in un anno di tempo (quello che hanno avuto i giallo-verdi) avrebbe fatto i salti mortali per ridiscutere il trattato, lo avrebbe messo in cima alla lista della campagna elettorale europea e, soprattutto, sarebbe seduto tutti i giorni davanti all’Europa e ai suoi membri per gridare e pretendere un cambiamento.
Invece, anche Salvini & Co. sono zitti come pesci. Perché? Perché per ottenere voti, è più vantaggioso avere due o tre Sea Watch al mese piuttosto che farsi carico di un cambiamento.