La tecnologia che connette l’Africa: la storia di MPESA
giugno 14, 2018
L’economia africana ha la possibilità di rinforzarsi dal punto di vista interno e lo potrà fare puntando soprattutto su tre aree di intervento principali: la tecnologia, che in vari settori sta già fornendo ottime soluzioni; l’agricoltura, largamente sottoutilizzata; infine il supporto economico della Cina, che rappresenta ad oggi il partner più significativo per il continente africano, forse l’unico in grado di suggerire un nuovo modello di sviluppo più credibile, se paragonato agli aiuti a pioggia tradizionalmente occidentali.
Tra le storie africane che stanno facendo il giro del mondo ce n’è una che gli africani raccontano con fierezza, si tratta di Mpesa, realtà keniota divenuta il riferimento delle buone pratiche high tech africane.
Non appena si atterra a Nairobi, molti viaggiatori si dirigono nei chioschi delle compagnie telefoniche Safaricom, Airtel e Orange. Comprano una sim card keniota, impostano airtime per l’utilizzo di internet sullo smartphone ed entrano con il telefono in “banca”. A quel punto caricano scellini sul loro portafoglio virtuale e sono pronti per gestire in autonomia qualsiasi operazione. Tutto avviene via cellulare, attraverso un’applicazione inventata da Safaricom: Mpesa, nome in cui la “m” è l’abbreviazione di “mobile” e “pesa” significa denaro in lingua Kiswahili.
L’applicazione, inventata nel 2007, permette a chiunque abbia un telefonino di pagare un taxi, la scuola dei bambini, un caffè o la spesa al supermercato cliccando un solo tasto. Consente inoltre di prestare soldi a chi è lontano attraverso migliaia e migliaia di chioschi in tutto il paese.
I dati non mentono: nel 2014 le transazioni effettuate in Kenya hanno movimentato 26 milioni di dollari. 80.000 sono invece gli agenti impiegati nei chioschi Mpesa distribuiti in tutto il paese e utilizzati da più di 18 milioni di kenioti.
Safaricom è riuscita nell’intento di offrire una risposta concreta a problemi pratici e sentiti da tutta la popolazione: la pericolosità degli scambi di denaro; i costi elevati di una banca tradizionale; l’esigenza di acquistare prodotti presso i venditori informali di cui il Kenya è pieno. La distribuzione dell’applicazione è in espansione: anche nei villaggi più remoti ogni africano possiede un telefonino con la carica a batteria solare, le spese ordinarie sono molto spesso di piccole entità e non tutti i kenioti possono usare la banca come strumento di pagamento.
Oggi Mpesa si è internazionalizzata e viene utilizzata da 50 milioni di persone in oltre 10 paesi africani.