Nonostante i miliardi spesi negli aiuti, in Africa si muore ancora di fame. Ma allora, si chiedono in molti, ha senso aiutare?
Questa è l’ennesima domanda semplice cui è difficile dare una riposta non complicata. Ci proviamo con una estrema sintesi.
Da un lato si potrebbe dire che occorre aiutare chi è in pericolo e chi ha fame per un fattore umanitario e un dovere morale. Gli aiuti dei singoli cittadini che rispondono a questa logica sono utilissimi, da quelli “miliardari” di Bill Gates fino alla semplice adozione a distanza per far studiare un bambino. Sono utili, ma non sufficienti.
Si deve avere il coraggio, conoscendo gli ormai noti dati demografici, di disoccupazione e di povertà, di affermare che aiutare l’Africa è utile, conveniente e necessario per la nostra salvezza politica ed economica.
Se milioni e milioni di immigrati possono arrivare in Europa, una guerra, oltre tutto persa in partenza, contro questi “invasori” cambierebbe la nostra struttura politica, culturale e sociale, facendoci diventare inumani, xenofobi, impauriti e soprattutto più poveri.
E qualche effetto lo possiamo già notare.
Quindi dover aiutare è una forte necessità politica oltre che umana e il compito, soprattutto di questi tempi, passa dai singoli cittadini, che continueranno a fare bene la loro parte, nelle mani della politica con la P maiuscola.
Comunque, e in sintesi, senza l’Europa, l’Africa è “condannata”. E senza l’Africa rimessa in carreggiata, l’Europa è “condannata”.