Nella calura estiva, alcuni episodi raccontati sui principali quotidiani mi hanno dato da pensare. Ve li elenco.
Primo: “Negro, fammi vedere il biglietto”. La “simpatica” frase non è di un bigliettaio o di un controllore, ma di un signore di mezza età, rivolta a un regolare passeggero, come se il treno fosse suo.
Secondo: “Io quasi linciata per avere soccorso uno straniero”. Una giovane signora a Milano passeggiava con un cane e, vedendo per terra un salvadoregno semi-svenuto, lo ha aiutato a rimettersi in piedi. La gente che passava di lì, intanto, non solo non interveniva, ma la invitava a desistere, al grido di “Lascialo morire”. Ha temuto di essere linciata.
Terzo: a un ragazzino che passeggiava per strada, peraltro adottato e, quindi, italiano, è stato richiesto di mostrare i documenti, come fosse un possibile delinquente. Anche in questo caso, la richiesta è arrivata da una persona che non è un pubblico ufficiale.
Tre episodi di razzismo, che arrivano da persone che escono dal chiuso delle invettive via social, rinfrancati dal clima che la politica del MINISTRO della propaganda sta portando avanti e in giro. Persone che si sentono incoraggiate a dire quello che pensano in pubblico e ad agire, senza alcuna paura di essere rimproverati o peggio.
Il quarto e ultimo episodio riguarda un certo Lukaku, che viene accolto all’aeroporto di Malpensa da migliaia di tifosi che inneggiano a lui e lo portano in trionfo.
Stiamo parlando di un trionfo monetario, che l’astuto Marotta, dg dell’Inter, ha strappato alla Juve per 75 milioni di euro e ben 8,5 milioni di stipendio per Lukaku all’anno per cinque anni.
Dettaglio: il suddetto Lukaku è nero, originario del Congo e naturalizzato belga, un po’ come il nostro Balotelli e tanti altri giocatori di calcio. Oltre a Lukaku, infatti, come penso sia noto a tutti, sono centinaia i ragazzi e uomini di origini africane che giocano nelle nostre serie e che vengono applauditi ogni domenica.
Ma allora, cos’è questo razzismo all’italiana, una cosa da ridere o una cosa seria? Ha due facce oppure a una sola?
Temo sia una questione molto seria, con le eccezioni (come lo sport) del caso.
Il suprematismo bianco tenta di difendersi dall’invasione: teme per il suo lavoro, teme per la sua cultura che si annacqua, teme di essere invaso. Teme e, in un certo senso, ha ragione: come già detto in precedenza, ormai la cosiddetta “razza bianca” è condannata e morta. Tra 80 anni nel mondo ci saranno 4 persone nere, 4 asiatiche, 1 sudamericano e 1 bianco.
I cosiddetti “occidentali” dovrebbero cominciare a pensare come trovare qualche compromesso.