Abbiamo circa 600.000 immigrati clandestini che girano per l’Italia, figli di tutti gli arrivi di una politica dell’immigrazione senza capacità di direzione. Uomini, donne e bambini senza permessi di soggiorno, senza lavoro ufficiale, senza dimora. A questi si stanno aggiungendo quelli che il decreto Salvini sulla “sicurezza” ha rimesso nel giro dei clandestini con l’abolizione del permesso umanitario, insieme a una serie vigliacca di sgomberi (utili solo per la ripresa delle tv di stato), di abbassamento dei costi per i vari centri di accoglienza, di sgambetti a tentativi, anche modesti, di trovare una soluzione temporanea.
Quante sono queste persone? Nessuno lo sa bene, io credo un numero superiore ai 100.000.
E allora un governo serio cosa dovrebbe fare di fronte a questi numeri destinati per di più a crescere? Dovrebbe rastrellarli e mandarli a casa loro, come ha sempre promesso il nostro ineffabile ministro degli Interni. “Tutti a casa”: proclamava in campagna elettorale ed appena insediato al governo. “Tutti a casaaaaaa…”.
La Gabanelli in un documentato pezzo del suo data room ci ha spiegato che, in 12 mesi, il ministro ne ha rimandati a casa 3.800, contro i 3.600 del predecessore, il ministro Minniti.
E allora? Se il nostro MINISTRO non li manda a casa, che si fa? Li si lascia vagare nella nostra penisola, nella speranza che, non trovando lavoro, passino un’altra frontiera e vadano in Svizzera, Francia, Austria, Germania; oppure li si lascia come manovalanza della criminalità organizzata a riempire le nostre periferie, dove il rischio concreto è quello di una contaminazione pericolosa con il sottoproletariato italiano, che lì vive e che oggi viene spodestato.
Poiché non è possibile mandarli a casa, perché non esistono accordi di riammissione con i paesi d’origine degli immigrati, credo che la parola antica Sanatoria possa essere una soluzione: seppur al grido di “sarà l’ultima volta”, otterremmo un risultato di pace e di maggiore tranquillità nelle nostre periferie.
Quando nel 1999 ero Sottosegretario agli Interni con delega all’immigrazione feci una sanatoria di 300.000 immigrati, tra urla e strepiti della Lega di allora. Nel 2001, Maroni della Lega, che era divenuto nel frattempo Ministro degli interni, ne fece un’altra, ma stavolta di 500.000 immigrati. Disse che era l’ultima volta: se ricordo bene, ne fece altre due.
L’Italia è andata avanti nella sua politica della migrazione solo per sanatorie, tra urla delle opposizioni, ma nella tranquillità della gente. Nell’Italia rancorosa di oggi, non saprei dire come potrebbe essere presa la cosa; forse il continuo caos costruito ad hoc con il decreto sicurezza è una strategia dell’attuale MINISTRO: il caos genera insicurezza e LUI urla che la affronterà.