Nell’incontro che la Cina organizza quasi ogni anno per tutti i leader africani (50 su 54) è stata messa sul tavolo anche per il prossimo anno la cifra di 60 miliardi di dollari, pari all’incirca al 3% del PIL africano; varie formule ormai consuetudinarie e un principio stanno alla base di questo accordo: mai aiuti pioggia, ma mirati a investimenti (specie infrastrutturali) in cui la Cina paga, a fronte di opere che vengono in qualche modo ripagate.
Questo incontro tra Africa e Cina è stato organizzato per la prima volta negli anni ’90, quando la potenza asiatica iniziava la sua corsa al socialismo di mercato e difendeva i paesi africani non allineati. Una consuetudine più che ventennale e ormai super rodata, che ha permesso alla Cina di mettere un piede (o forse due) negli affari dell’Africa; specie in quelli che verranno.
E l’ Europa? Nulla.
L’ Europa spende ogni anno 6 miliardi di dollari in aiuti all’Africa e spesso a pioggia. Nell’incontro Europa – Africa di Abidjan dello scorso novembre, la promessa, strombazzata dai giornali, è stata di 44 miliardi, ma diluiti in ben 7 anni: quindi, solo un pochino più dei soliti 6 miliardi.
La domanda che viene spontanea è: perché non è l’ Europa a investire come la Cina e a invertire i ruoli e le parti? Il gigante dormiente dell’Africa è sotto i nostri piedi, l’emigrazione è massiccia e sarà sempre più massiccia, visto che l’Africa raddoppia di popolazione in pochi decenni; non abbiamo quasi differenze di fuso orario con loro, i business da mettere in moto sono innumerevoli e, infine, conosciamo benissimo i paesi africani, poiché li abbiamo dominati fino a 60 anni fa.
E allora le domande sono molte:
Perché lo lasciamo fare alla Cina?
Perché ci interessiamo solo di Libia?
Perché l’ Europa non ha un piano globale e forte?
Perché siamo così indifferenti?
Perché il nostro paese, che è il front runner verso l’Africa, non dice nulla?
Mi piacerebbe avere qualche risposta. Piacerebbe a tutti.