La forza lavoro in Africa arriverà presto a essere più numerosa di quella della Cina o dell’India: secondo le analisi McKinsey, entro il 2034, la popolazione in età lavorativa sarà di 1,1 miliardi, più numerosa di quella cinese e di quella indiana.
La sfida africana consisterà nell’assicurare che le proprie economie continuino a creare lavoro sufficiente per i milioni di giovani che entreranno nel mondo del lavoro e nell’aiutarli a sviluppare le proprie competenze.
Secondo l’analisi McKinsey, l’aumento del numero di persone in età lavorativa in uno stesso paese è associabile ad un trend di crescita del PIL. Fino a qui, tutto bene.
Peccato che sia la stessa società di consulenza McKinsey a contraddirsi: nel corso del 2017, un ulteriore report spiega alle imprese che il futuro del lavoro andrà a concentrarsi sull’automazione, con l’obiettivo di ottenere una maggiore produttività.
L’enorme disponibilità di manodopera a basso costo in Africa dovrà fare i conti con l’avanzata dei robot: un giovane in età lavorativa nel 2034 incontrerà sulla propria strada un dispositivo elettronico che farà meglio il suo lavoro, non rivendicherà alcun diritto al suo datore, non avanzerà richieste legate alla retribuzione. Anzi, sarà un’innovazione tecnologica ammortizzabile e sovvenzionata dagli Stati, che stanno investendo nelle fabbriche 4.0 allo scopo di incrementare la produttività.
L’incontro tra questi due mondi sarà duro: da una parte una massa di persone in età lavorativa e in attesa di un’occupazione, dall’altra l’avanzata dell’automazione, con conseguente riduzione delle offerte di lavoro a favore dell’ottimizzazione.
Certo, in Africa il fenomeno sarà meno diffuso che altrove, ma sicuramente il paese subirà una riduzione di interesse straniero: i grandi investitori non saranno più interessati alla manodopera a basso costo africana, ma preferiranno guardare verso il futuro, utilizzando un robot.
Una scelta che andrà a colpire una situazione occupazionale già in difficoltà: molte economie nazionali, in Africa, crescono del 6 – 8% l’anno, ma non producono abbastanza posti per accogliere tutti questi giovani. In generale, i giovani disoccupati superano il 60% e spesso vivono sotto la soglia di povertà di due dollari al giorno.
Sembra innegabile che l’onda demografica avanzi senza che i singoli paesi africani si stiano attrezzando con strategie di governo adeguate.