Una crescita demografica incontrollabile: l’ennesimo freno alla sviluppo.
marzo 8, 2018
L’Africa detiene il 30% delle risorse naturali nel Pianeta, ma non cresce come dovrebbe. Per intenderci, il Vietnam cresce del 13%, l’India è cresciuta intorno all’8% negli ultimi dieci anni e la Cina cresce dell’11% l’anno da oltre vent’anni.
In Africa avviene, quindi, un corto circuito: lo sviluppo cresce, ma cresce troppo poco rispetto al grande sviluppo demografico. È come un cane che si morde la coda: più il continente si arricchisce, più persone nascono e il PIL pro capite sale di pochissimo.
Nel 2030 la crescita demografica porterà l’Africa a contare 1,7 miliardi di abitanti, senza che i governi abbiano ideato piani di sviluppo e sistemi infrastrutturali in linea con le nuove esigenze. Le città saranno ancora più invivibili e affollate e il livello di crescita della popolazione non verrà accompagnato da un aumento delle occasioni lavorative: i livelli di disoccupazione continueranno a salire e buona parte della forza lavoro africana rimarrà senza una fonte di reddito sicura.
Tutto questo, presumibilmente, aumenterà le differenze sociali facendo allargare la forbice tra poveri e ricchi, creando tensioni sociali che i governi dovranno essere in grado di gestire.
Restano forse più validi che mai i sei freni politici identificati da Mc Kinsey, che riportiamo per una nuova riflessione: mobilitare di più le risorse interne, diversificare le economie in modo aggressivo, accelerare lo sviluppo infrastrutturale, approfondire l’integrazione regionale, formare i talenti del domani e assicurare un’urbanizzazione più salutare. Sei priorità che molto probabilmente non verranno affrontate con rapidità, considerando le debolezze politiche e sociali già evidenziate.
Vale quindi la pena chiedersi come verranno gestite le immense ricchezze di cui l’Africa dispone, mentre i singoli paesi africani cercheranno di crescere e guadagnare un posto di risalto nel panorama internazionale.