Nelle prossime settimane, approfondiremo un tema cosiddetto caldo: quello dei migranti.
Dopo aver analizzato i dati demografici ed economici, è venuto spontaneo, durante le nostre riflessioni, chiedersi cosa faranno tutte quelle persone che, in Africa, vivono condizioni instabili: sceglieranno di restare nel loro paese, lottando per un minimo di occupazione, o al contrario cercheranno di costruire un futuro lontano da casa? Migreranno quindi dentro l’Africa o fuori dal continente?
Non è semplice dare una risposta a queste domande. Tuttavia, ci proveremo.
Analizzando, più che le cifre, che servono solo per dare una misura indicativa di quello che potrebbe essere lo scenario futuro, il fenomeno stesso, le cause e le possibili strategie da attivare.
I cittadini africani hanno, in media, un reddito pro capite di circa 5 dollari al giorno, ma la curva di concentrazione della ricchezza è altissima e la disuguaglianza è all’ordine del giorno. Il 60% della popolazione è composta da giovani, spesso disoccupati, che hanno frequentato le scuole, che parlano due lingue, che usano lo smartphone e sono informati sul mondo.
Ad uno di questi ragazzi in età lavorativa basterà spostare lo sguardo verso altri paesi africani oppure verso l’Europa per trovare un minimo di speranza per il proprio futuro.
Difficile non pensare di mettersi in mare, difficile non cercare di raggiungere uno di questi paesi, sicuramente più ricchi e che hanno bisogno di migranti.
E la rabbia che i cittadini europei riversano sull’arrivo di queste persone sembra il sintomo di un’insoddisfazione verso un mondo che ormai faticano a capire e che cresce secondo standard diversi rispetto a quelli immaginati.
I poveri d’Europa contro i poveri del mondo: avere un nemico fa sempre comodo. Soprattutto a chi comanda…